Personaggi


MARIE D’AGOULT

Grande aristocratica, con una ricca e affascinante personalità, è scrittrice e giornalista tra le maggiori dell'ottocento. Attraverso un'originale cultura e una vastissima erudizione, e il raccontare se stessa e la sua vita con rara lucidità e capacità introspettiva, ha saputo affascinare poeti e artisti, politici e rivoluzionari del suo tempo. Incarnando al tempo stesso l'ideale dell'emancipazione femminile.

 


Biografia (1805/1876)Marie Sophie Catherine De Flavigny, nasce a Francoforte nella notte tra il 30 e il 31 gennaio del 1805, a mezzanotte. Nelle sue memorie racconta della tradizione tedesca che vede quei bambini nati a cavallo tra un giorno e l'altro "una natura misteriosa {...}, visitati più degli altri da sogni e apparizioni". Una famiglia, quella di Marie che risale all'undicesimo secolo, il padre Alexandre De Flavigny, ex paggio di Maria Antonietta, s’innamora della vedova Bussmann appartenente ad una facoltosa famiglia di banchieri, i Bethmann, legati alla corte imperiale di Vienna. Dall'unione nascono tre figli: Edouard, morto poco dopo la nascita, Maurice e Marie. Muore a Parigi nel 1876, la sua tomba si erge nel cimitero di Père Lachaise lontano dalla tomba di famiglia e lontano dai figli.>

 


L'infanzia e l'adolescenzaMarie trascorre la sua infanzia a Francoforte presso la residenza del Baslerhof, ospite dello zio Moritz, importante banchiere, Console di Russia a Francoforte, uomo legato alle più importanti famiglie regnanti d'Europa. La contessina vive in una sontuosa dimora: la villa di campagna Ariadna, dove aveva soggiornato anche Napoleone, in un ambiente in cui prevale l’arte, la poesia e il teatro, e che conserva il ricordo di ospiti prestigiosi, tra cui Mme de Stael e Goethe, ampiamente citati nelle sue Memorie. “Una domenica del mese di settembre, mentre giocavo in giardino con le mie amichette, vidi venire verso di noi, seguendo un lungo viale diritto, un vecchio a cui tutta la famiglia faceva ala, e a cui sembrava rendere grandi onori. Noi guardavamo ad occhi spalancati: gridò mia cugina Cathau {...} nel prendere congedo dai miei genitori, Goethe mi mise una mano sul capo e ve la lasciò, accarezzandomi i capelli biondi: io non osavo respirare. Ci mancò poco che mi metessi in ginocchio. Forse sentivo in quella mano magnetica, la presenza di una benedizione, una promessa tutelare? Non so. Posso solo dire che più di una volta, nella mia lunga esistenza, mi sono inchinata in ispirito sotto questa mano benedicente e che, rialzandomi, mi sono sempre sentita più forte, migliore". Marie vive la sua infanzia a contatto con le personalità più prestigiose d'europa, ma questi contatti non ne condizionano la sua spontaneità e freschezza. Vive al castello di Mortier, in Turenna, dove può apprezzare la semplicità dell'aristocrazia terriera, in questo luogo trascorre estati di spensieratezza accanto al padre per il quale prova un amore profondo interrotto dalla morte improvvisa.La sua adolescenza è accompagnata dalle letture della Divina Commedia, dallo studio delle lingue, della musica e la danza. Vive condizionata da due grandi culture: quella francese e quella tedesca che le consentono, negli anni, di maturare uno spirito critico ed una vastità di esperienze che la rendono più matura rispetto alle coetanee della sua età. Diventano forti anche i condizionamenti religiosi che vedono contrapposte le regole cattoliche a quelle protestanti e viceversa. Frequenta il colleggio del Sacré Coeur, tenuto da nobili religiose, approfondendo il lavoro interiore spirituale e la sua formazione. A sedici anni nel pieno splendore della sua giovinezza e bellezza, mostrava un'intelligenza aperta alla conoscenza, un'educazione brillante e capacità intuitiva, era pronta per fare il suo ingresso nel mondo: nella società parigina. Tutto faceva intuire che presto si sarebbe piegata ad un matrimonio di convenienza. Ma Marie era diversa dalle giovani amiche francesi, completamente prese dall'ambizione d'un matrimonio brillante, lei aveva nel cuore quella poesia germanica che le faceva sognare l'amore eterno. Ma la giovane, stanca delle continue proposte di matrimonio e dopo profonde riflessioni accetta la richiesta del nipote del Visconte D'Agoult, Cavaliere degli ordini del Re, primo scudiero della Delfina, un giovane Colonnello discendente di una delle più antiche case di Francia: il Conte Charles d'Agoult. Dopo due negoziazioni, si riuscì grazie all'intervento del principe di La Trémoille a definire tutte le modalità contrattuali. Il 16 maggio 1827, a mezzogiorno, nella chiesa dell'Assomption, l'abate Gallars, curato della parrocchia della Madeleine e vicario generale della diocesi, diede la benedizione nuziale. >

 


La donna“Ero sposata da sei anni. Ero moglie di un uomo di cuore e d’onore, madre di due bambine piene di grazia e di gentilezza. La ricchezza e gli usi del mondo in cui vivevo mi assicuravano la piena libertà. Avevo una famiglia eccellente, numerose conoscenze, mille mezzi facili di occupare o divertire le mie giornate. Possedevo insomma quanto si definisce in genere una bella e grande esistenza. Ma quanto poco la mia vita intima corrispondeva a queste apparenze brillanti!Dal mio matrimonio, non avevo avuto un giorno di gioia. Il sentimento di un isolamento completo del cuore e della mente nei nuovi rapporti creati dalla vita coniugale, una sorpresa dolorosa per quanto avevo fatto, dandomi ad un uomo che non mi ispirava amore, aveva gettato su tutti i miei pensieri una tristezza mortale, e da allora, via via che si evidenziavano le conseguenze di un’unione di cui niente poteva rompere i nodi, via via che si moltiplicavano le occasioni in cui involontariamente si accusavano, tra me e mio marito, le opposizioni di natura, di carattere e di spirito, invece di abituarmici o rassegnarmi, ne avevo sofferto sempre di più. E ciò che aggravava ancora la mia pena, era che mi credevo tenuta a nasconderla. {...} fingevo di essere soddisfatta.” Riflessioni, quelle di Marie, che fanno emergere una personalità schiva agli obblighi e alle costrizioni, e ne fanno intravvedere la maturazione di un sentimento tormentato che non poteva non compiersi con la fuga da quella realtà e la ricerca esasperata di sentimenti nuovi e puri, l’esaltazione del romanticismo di quell’epoca.A seguito della morte di una delle figlie, sconfortata e in preda ad una crisi interiore, lasciò marito e figlia per fuggire col giovane musicista Ungherese Franz Liszt, abbandonandosi alle passioni del più puro romanticismo, da cui ebbe tre figli: Daniel, Blandine e Cosima la futura moglie di Wagner.>

 


Gli amoriQuesta donna brillante, appartenente ad un'elevata classe sociale, con un'eccellente educazione musicale, allieva tra gli altri di Hummel, ammirata da tutti per la sua bellezza, dal carattere freddo e razionale, con principi morali abbastanza elastici, e un'immaginazione romantica che potevano rappresentare un pericolo per l'avvenire, nel suo profondo non sapeva bene quel che voleva. "Mme D'Agoult aveva uno spirito sognatore, si appassionava a un nome e ad un'esistenza aristocratica, poi ai trionfi del mondo elegante, alle palme dell'artista e dello scrittore, alla celebrità e agli applausi, perché era scrittrice e artista…"Così razionale in apparenza, nascondeva una sensibilià e capacità critica assai rara, il nuovo cambiamento politico del 1830, le apparve improvviso a Parigi quando rimase bloccata per la Rivoluzione, a questi avvenimenti non rimane estranea anche se le mancavano strumenti di analisi politica, e rappresenteranno l'inizio di un suo interesse per la politica sia in Francia che in altri paesi come l'Italia. Una ben altra rivoluzione attendeva la contessa: l'incontro con un "Dio più forte di me", l'epifania di un genio, la rivelazione di dimensioni più profonde e inesplorate, che fanno evaporare nel nulla i suoi piccoli successi mondani.La mecenate ricca ed annoiata pensava che nulla avrebbe potuto modificare la sua vita, e quando la sua amica la invita ad un concerto in cui si esibiva un giovane ex bambino prodigio, la contessa prova un senso di saturazione. Ma Marie non avrebbe mai e poi mai potuto immaginare che quell'uomo e i suoi progetti sarebbero divenuti lo scopo più importante della sua vita: "la porta si aprì e una strana apparizione si offri ai miei occhi. Dico un'apparizione, in mancanza di un altro termine per rendere la sensazione straordinaria che mi causò, fin dall'inizio, la persona più straordinaria che avessi mai visto. Alto, snello all'eccesso, il viso pallido, con grandi occhi verde mare in cui brillavano rapidi bagliori come di onde infuocate dal sole, una fisionomia sofferente e possente, un modo di camminare indeciso e che sembrava scivolare più che posarsi al suolo, l'aria distratta, inquieta e come di un fantasma per cui sta per suonare l'ora di rientrare nelle tenebre, così vedevo davanti a me questo giovane genio,la cui vita nascosta risvegliava in quei momenti curiosità altrettanto vive dell'invidia suscitata in passato dai suoi trionfi." Liszt non da peso alle differenze sociali e parla con familiarità, un vigore e una libertà di pensiero, che no è indifferente alla D'Agoult, è ben presto uno degli ospiti più graditi del suo salotto parigino. Gli scambi epistolari diventano sempre più intimi tanto da sfocciare in una passione estrema: Marie e Franz, due anime si sono incontrate, così uguali, da sembrare irreale, non un caso, ma solo il destino poteva concepire un simile incontro e plasmare quei corpi per poi unirli da un amore profondo e struggente da farli sentire in preda al tormento e alla esaltazione più totale. Alla fine del 1834 una tragedia colpisce la famiglia D'Agoult: la figlia primogenita, Louise, muore, Marie prostrata nel suo dolore è ormai preda dell'amore per Liszt. Dopo otto anni di matrimonio iniziano gli incontri clandestini con il musicista, che portano ben presto, quando Marie scopre di essere incinta, ad abbreviare i tempi della fuga. Fu uno scandalo negli ambienti parigini, la D'Agoult più grande di Liszt di sei anni fu vista come l'istigatrice della fuga, a nulla valsero i tentativi della madre e del fratello per ricondurla a suo marito. Iniziano per Marie de Flavigny gli anni di pellegrinaggio accanto al genio, e in cui la coppia incarna nel suo stesso modo di vivere la filosofia e le idealità romantiche.Nelle riflessioni di Marie su Liszt emerge chiaramente il suo stato d'animo: "La mia passione per Franz, che si era ancora esaltata nella solitudine degli ultimi mesi, aveva qualcosa di fanatico. Vedevo in lui un essere a parte, superiore a tutto ciò che mi era apparso fino allora. Disposta Com'ero alle superstizioni del cuore, arrivai a volte, in una sorta di delirio mistico, a sentirmi come chiamata da Dio, offerta in qualche modo alla grandezza, alla salvezza di quel genio divino che non aveva niente in comune con il resto degli uomini e non doveva subire la legge comune! In queste estasi amorose che mi venivano senza dubbio dal sangue germanico, niente sembrava più dover rimanere in me, desideri, volontà, affetti, doveri, coscienza perfino, se non per essergli immolato; avrei voluto essere una santa dell'amore, benedicevo il mio martirio."Marie e Franz si stabiliscono a Ginevra, in cui il 18 dicembre nasce la prima figlia Blandine, a cui Liszt dedica Les Cloches de Genève, che Marie non può riconoscere. In questa città calvinista, chiusa e critica nei suoi confronti, Marie si sentirà sola e incompresa, lei un'aristocratica della corte francese, rifiutata nella società, tanto che non accompagnava mai Liszt ai suoi concerti.A Ginevra ospitano la scrittice trasgessiva Georg Sand che diventa amica di Marie e la stimola a scrivere, iniziano così le prime pubblicazioni anonime sulla Revue de Genève, diretta dall'amico Fazy, e aiuta Liszt nell'elaborazione dei suoi. La coppia si trasferisce poi in Francia all'Hotel de France, dove George e Marie, tengono un salotto in comune, in cui invitano amici delle arti e della letteratura. Presto Marie si trasferisce, invitata da George a Nohant, mentre Liszt è impegnato a Parigi a consolidare la sua fama, qui avviene il duello con Thalberg terminato con la famosa sentenza: "Thalberg è il primo pianista al mondo, Liszt il solo". E' a Nohant che Liszt lavora alla trascrizione delle sinfonie di Beethoven, e le sere che trascorre con gli amici a suonare nella terrazza vengono ricordate da Marie nelle sue memorie letterarie: Quella sera, mentre Franz suonava le melodie più fantastiche di Schubert, la principessa {Marie} passeggiava nell'ombra intorno alla terrazza, vestita di un abito chiaro, con un gran velo bianco che le avvolgeva la testa e quasi tutto il corpo slanciato. Camminava con passi misurati, che sembravano non toccare la sabbia e descriveva un grande cerchio tagliato in due dal raggio di una lampada, attorno alla quale tutte le falene del giardino venivano a danzare deliranti sarabande. La luna tramontava dietro i grandi tigli e disegnava nell'aria bluastra il nero spettro dei pini immobili. Una calma profonda regnava tra le piante, la brezza era caduta, morente, sfinita sull'erba alta, ai primi accordi dello strumento sublime. {…} Di colpo non ci furono più sogni, parole o pensieri. Il silenzio si fece sulle nostre labbra e il raccoglimento scese nei nostri cuori. Il maestro si era appena seduto al piano. Un accordo possente ci era pervenuto portato dall'aria... Aspettavamo che la sua fantasia prendesse il volo, e ci trascinasse con lui sui prati fioriti, sulle nubi diafane verso mondi sconosciuti o in quel mondo, il più sconosciuto di tutti forse, che portiamo dentro di noi… All'ascolto del Re degli Gnomi, la cui leggenda narra della morte di un bambino, ritorna in Marie il ricordo della primo genita che l'aveva lasciata. Da questo momento sono numerosi gli stimoli che portano la coppia a viaggiare alla ricerca della conoscenza, della natura e dell'arte: Dante e Beatrice gli spingono fino in Italia, dal Lago Maggiore al Lago di Como, a Bellaggio inizia per la coppia un lungo periodo di solitudine e studio in cui si sviluppano le rispettive potenzialità. Ed è a Como che nasce la seconda figlia Cosima, che lascerà tracce durature nelle pagine delle Annèes de pèlerinage di Liszt. Numerosi i viaggi anche a Milano in cui il musicista si esibisce alla Scala: grandi successi e grandi contrasti per i pregiudizi nei confronti della loro convivenza, che portarono a grandi contrasti con la società milanese e Liszt non si dispensò di pubblicare alcuni articoli provocatori. Visitano Venezia, Firenze, Bologna, Lucca, e giungono a Roma dove Marie il 9 maggio darà alla luce il suo ultimo e unico figlio maschio Daniel. I continui viaggi di Liszt, il delirio e l'ammirazione che provocava nell'esibirsi, l'inquietudine e la gelosia di Marie avevano modificato il loro rapporto che nonostante gli innumerevoli sforzi andava ineluttabilmente a morire.In Marie si manifestava un'apparizione improvvisa: la vita e l'amore vissuti con Liszt divenivano l'essenzialità di un'illusione svanita per sempre {… ho amato un ideale d'amore, l'arte nella sua genialità o l'uomo…}>

 


Il ritorno a Parigi e La Maison RoseMarie aveva vissuto sempre con la sua famiglia o con Liszt, non aveva mai affrontato da sola il mondo, e ritornando a Parigi vive inizialmente un'esperienza devastante, non può chiedere perdono alla sua famiglia di origine ed è costretta a difendere il suo onore tra dubbi e incertezze cercando di mantenere una facciata brillante. Si sente sola nelle sue paure e angosce, la famiglia è fredda e l'aristocrazia la rifiuta {…} quando tornai in Francia, dopo cinque anni della prova più forte a cui possano essere sottoposti il cuore, lo spirito, il carattere, il coraggio e la fierezza di una donna, mi ritrovai, in un ambiente del tutto nuovo, una persona nuova {…} Non avevo alcun partito preso, alcun piano di azione, alcun progetto preciso, {…} sola, assolutamente sola. Ma lei è ancora profondamente legata a Liszt e a Parigi ne curerà i suoi interessi, ricrea un salotto in una casa prestigiosa al 10 della rue Neuve des Mathurins, l'appartamento è lussuoso e all'ultima moda, ogni dettaglio è curato da lei e dall'architetto Duban, consigliato da Ingres. Anche Lehman la supporta consigliandole di creare due salotti: un piccolo salone moresco (salotto-boudoir) dove domineranno fiori, pipe, caffè, e dove avranno accesso in qualsiasi momento gli adoratori, ed un vero salone del Rinascimento. Il salone del Rinascimento accoglie alle pareti medaglioni dei grandi uomini da cui la D'Agoult vorrebbe trarre ispirazione per le sue opere: Goethe, Byron, Chateaubriand, Mickiewicz, Lamennais. E' un salotto importante che evidenzia la necessità di Marie di enfattizzare la sua provenienza e dignità. Franz la incoraggia: la vostra posizione cambia e cambierà enormemente. {…} Ora state diventando un tipo, e tra due anni l'Europa intera ci applaudirà e ci saluterà con rispetto {…} Non mettetevi dunque tra le vittime, sebbene sotto molti punti di vista lo siete ancora, ma rimanete ritta e fiera come dovete. In questo periodo non mancano gli ammiratori di diverse nazionalità, ma lei con dignità rifiuta di cedere a tutti quei corteggiatori che, dopo la fuga con Liszt, la pensavano disposta a cedere tra le loro braccia.Nonostante la separazione, l'amore per Franz è sempre intenso, ma altrettanto la gelosia nel sentire i pettegolezzi che le giungono da tutta Europa sulle avventure del giovane pianista Ungherese. La gelosia si accentua nel 1840 quando i successi mondani di Liszt si contrappongono alla sua vita: esiliata dal suo ambiente, lotta nella solitudine della sua casa cercando di avvicinare qualche amico del passato. Ma ben presto nel culmine dello sconforto Marie incontra un'amica della sua giovinezza, Delphine de Girardin, figlia di Sophie Gay, scrittrice ammirata da Napoleone. Delphine è autrice di romanzi, novelle e racconti per bambini, ammirattrice di Mme de Stael di cui ne porta l'eredità, e musa del Faubourg Saint-Germain. Per Marie D'Agult è un incontro che segna il suo debutto sulla Presse in cui Delphine, con il pseudonimo di Vicimte de Launay, tiene una rubrica di costume e di cronaca della vita parigina. In quelle cronache Delphine aveva parlato di Liszt in viaggio con la contessa, e questo creò un grande interesse per la D'Agoult tanto da invitarla a far parte della sua cerchia di amici come Balzac, Victor Hugo, e tanti altri intellettuali, sempre presenti alle cene prestigiose che organizza. Il direttore della Presse, offre a Marie la grande opportunità di fare della scrittura una professione, scrivendo il primo articolo che tratta dell'ultimo romanzo di George Sand "Le Compagnon du Tour de France". Nasce finalmente Daniel Stern con l'esordio letterario nelle "Memorie", e dopo la rottura definitiva con Liszt, con Nélida Marie rivendica la vera essenza della sua vita e diventa finalmente una romanziera. Attraverso questo romanzo Marie riesce ad esprimere le sue ragioni e verità, prima del debutto affidò il manoscritto a Lamennais che lo fece leggere a Bérager, autore di tante canzoni rivoluzionarie, il quale sconsigliò vivamente alla contessa di pubblicare l'opera. Ma Marie aveva bisogno di uscire da se stessa, di esprimere non solo le condizioni dell'amore e della vita vissuta, voleva instaurare un filo conduttore, una relazione di scambio intellettuale con coloro che sentivano, pensavano e soffrivano come lei. Il romanzo è carico di ricordi, pensieri e sentimenti che svelano la vera Marie, i sentimenti e le sofferenze più profonde, ma è anche l'espressione di uno stile letterario elegante ed essenziale, un'architettura armoniosa, un tema musicale che si compie attraverso variazioni e riprese, che sfocciano in un trionfo interiore, della protagonista sulle persone che la circondano. Si erge un'eroina all'ennesisa potenza, enfattizzandone la purezza, sensibilità e intelligenza, una bellezza eterea dell'alta nobiltà a cui Marie appartiene. Un romanzo in cui la contessa esprime una spietata vendetta raccontando di personaggi e circostanze che riconducono chiaramente alle persone che ha incontrato nella sua vita.